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giovedì 16 febbraio 2017

Strabismi della giustizia - Brescia: condannati attivisti contro gli sfratti

Giustizia, dea bendata o troppo strabica?

Il Partito della Rifondazione Comunista denuncia come abnorme la condanna che il tribunale penale di Brescia ha emesso nei confronti di tre attivisti della lotta contro gli sfratti, misura crudele che priva dei più elementari diritti umani, tanto sbandierati nei decenni scorsi per giustificare addirittura l'intervento militare contro stati sovrani, le persone e le famiglie gettate ai margini della scala sociale dalla crisi che imperversa in forme sempre più drammatiche ormai da un decennio.
Sembra di essere tornati ai tempi della prima esplosione del dominio della società borghese, quando un filosofo, forse suggestionato dalla realtà dei rapporti sociali che cominciavano a diventare dominanti, usò la formula homo homini lupus “l'uomo è un lupo verso l'altro 'uomo”. Sembra che questa sia la società che si è imposta, cancellando la visione di un altro filosofo, suo contemporaneo, che, mirando alla solidarietà tra gli uomini, sosteneva che homo homini deus, cioè “l'uomo deve essere dio per l'altro uomo”.
Nell'esprimere il più completo sostegno a Claudio Taccioli, Giuseppe Corioni, Elena Nodalli, confessiamo di essere in qualche modo complici di questo che si potrebbe chiamare “reato di solidarietà”, visto che ospitiamo le riunioni del Comitato antisfratti/dirittoallacasa, una delle realtà di lotta che sono state colpite dalla sentenza nella persona di militanti significativi.
Una immagine classica della giustizia
Oltre al chiaro significato di classe di una simile sentenza, che smentisce l'immagine della dea bendata con cui gli antichi molte volte raffiguravano la giustizia – immagine che in qualche modo rivive anche nella scultura posta nell'atrio del Palazzo di Giustizia bresciano – in quanto è una sentenza che porta con sé un chiaro significato intimidatorio contro i protagonisti di questo “reato di solidarietà”, essa sembra avere un acido sapore di discriminante all'interno del campo stesso di chi sta lottando per la difesa delle condizioni di vita dei più deboli, in particolare dei minori d'età e di chi si trova in condizione di non poter provvedere a se stesso ed alla sua famiglia.
A questo sembrava alludere la dichiarazione spontanea fornita al termine del processo da uno degli imputati assolti, il quale ha sottolineato il proprio disagio nel constatare il diverso trattamento riservato a se stesso rispetto ad altri compagni, pur avendo egli stesso commesso e rivendicato di aver compiuto le stesse azioni dei condannati.
Giustizia doppiamente occhiuta, invece che bendata, allora?
Allegoria della giustizia nell'atrio del tribunale di Brescia
Scultura di Giuseppe Bergomi
A questo si aggiunga che il dovere inderogabile di solidarietà politica, economica e sociale è uno dei cardini sui quali si basano i valori della Costituzione della Repubblica italiana, alla quale i cittadini italiani hanno recentemente e solennemente riconfermato la loro fedeltà.
Non sarebbe allora buona cosa che le istituzioni, che della Costituzione dovrebbero essere i garanti e gli esecutori, non fossero né cieche né strabiche, ma fossero davvero mirate ad affermare e consolidare questi valori?


Segreteria della Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista

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