Nella sonnolenta e pingue Brescia si muoverà finalmente qualcosa sul disastro ambientale che avvolge la città? La grande manifestazione do Domenica 10 Aprile "Basta veleni" si tradurrà in qualcosa di concreto? Per intanto segnaliamo questa iniziativa, se non altro per la sua originalità:
Teatro Laboratorio – Spazio Aità
Con piacere segnaliamo il debutto del nuovo spettacolo
BASTA LA SALUTE !
Il caso Caffaro
dal 26 al 30 Aprile ore 21
Lo spettacolo si pone come voce in un coro di voci.
Voce senza compromessi nel rovinoso paesaggio dell’inquinamento.
Non dovrebbe mancare la comicità tipica di chi, giocando a fare lo struzzo,
si ritrovò senza sabbia dove nascondersi.
Presso Spazio Aità
Contrada delle Bassiche 27/b
Brescia
Ingresso € 7
Si consiglia la prenotazione allo 030 302696
Quello che segue è il testo che illustra l'iniziativa (il retro del volantino);
13
agosto 2001, scoppia sulle pagine di Repubblica il caso Caffaro.
Nella zona sud di Brescia, la città è cresciuta insieme e attorno
alla Caffaro, che ha prodotto per 50 anni Pcb. Oggi il
policlorobifenile non si può più produrre nel mondo intero, perché
è considerato fortemente cancerogeno. Anche se è apparentemente
innocuo, è una molecola simile alla diossina e come quel veleno non
si degrada, rimane a lungo nel terreno.
Tutti
i quartieri intorno alla fabbrica sono inquinati. Per 50 anni la
Caffaro ha disperso ogni giorno 10 kg di Pcb.
In tutto 150 tonnellate. Quando la sua tossicità per l’uomo si
calcola in ordine di nanogrammi.
Dal
2002 tutti a Brescia e a Roma lo sanno: ma la bonifica non è mai
cominciata e si è lasciato che 25.000 persone
continuassero a vivere nel veleno. È proibito camminare sull’erba,
nessun suolo verde, non asfaltato o cementificato, può entrare in
contatto con l’uomo.
La
storia che vi raccontiamo non riguarda
solo Brescia, perché l’Italia è piena di siti inquinati,
contaminati e non bonificati, non lontani dall’abitato, ma vicino
alle case, alla gente, alle scuole. Sono 100
mila gli ettari inquinati da Nord a Sud, tutti in attesa di bonifica.
Solo in tre siti di interesse nazionale è stato approvato il 130%
dei progetti di bonifica previsti.
Da
Taranto a Mantova, da Gela a Marghera, da Manfredonia a Casale
Monferrato: un business da 30 miliardi di euro tra ritardi, inchieste
giudiziarie e commissariamenti, frutto della superficialità, della
corruzione, dell'indifferenza per le vite degli altri e per la nostra
terra.
“Basta
la salute” ripercorre con rigore storico e scientifico la storia
del Pcb a Brescia dal 1976 a oggi, ricostruisce
nel dettaglio il succedersi di sopraffazioni, omertà e aspetti
grotteschi del caso Caffaro, il caso di una città che può con
diritto primeggiare in Italia per il suo triste stato ambientale.
“Vedete,
come faccio, come faccio a farla diventare una tragedia questa
storia? Ogni volta
che sembra che la
situazione degeneri, una trovata geniale, da commediuccia
all’italiana, la fa diventare opera buffa, barzelletta. E noi siamo
qui che ridiamo …”.
Lo
facciamo perché è un’urgenza parlarne: siamo costretti,
accerchiati, messi alle corde.
Lo
facciamo per chiedere che la salute dei cittadini diventi la priorità
assoluta, anche se a Brescia questa necessità sembra quasi un tabù,
forse perché la situazione è troppo grave. E la gente preferisce
girarsi dall’altra
parte, fare finta di niente,
piuttosto che aprire gli occhi su quello che sta succedendo sulla
nostra pelle.
Lo
facciamo attraverso un’ironia leggera e spiazzante, capace di
coniugare poesia e tragedia.
Lo
facciamo perché bisogna sapere, per resistere meglio alla prepotenza
e alla menzogna di chi dovrebbe tutelarci.
Lo
spettacolo si pone come voce in un coro di voci.
Voce
senza compromessi nel rovinoso paesaggio dell’inquinamento. Non
dovrebbe mancare
la comicità tipica di chi, giocando a fare lo struzzo, si ritrovò
senza sabbia dove nascondersi.