Si riporta qui l'indice ragionato degli interventi effettuati
durante l'iniziativa tenuta al centro sociale 28 maggio di Rovato il giorno 8 gennaio 2016 in preparazione della manifestazione
contro la guerra del 16 gennaio. Gli interventi sono riportati secondo l'ordine cronologico con il quale sono stati effettuati.
|
lunedì 25 gennaio 2016
Interventi iniziativa 8 gennaio cs 28 maggio - no guerra
mercoledì 13 gennaio 2016
Sabato 16 gennaio 2016 - ore 15.00 - tutti a Piazza San Babila a Milano
A tutti gli uomini e le donne che rifiutano la guerra, gli interventi militari italiani, il mercato delle armi
Il 16 gennaio 2016 saranno esattamente 25 anni dai primi bombardamenti USA nella prima guerra d’Iraq, con i quali si è dato avvio alla terza guerra mondiale a pezzi. La guerra non è la risposta al terrorismo, che invece alimenta, ma viene generata da sporchi interessi per sporchi affari, dallo scontro sulle fonti energetiche, dai conflitti di potenza, dalla vendita di armi. Tutto questo mentre dilagano e si accrescono ingiustizia sociale, miseria, fame, malattie, disastri ecologici di portata planetaria, neocolonialismo, fanatismo e terrorismo di stato. Dopo 25 anni di disastri sarebbe ragionevole dire basta, invece dopo le stragi terroriste di Parigi tutta l’Europa è in preda ad una furia bellicista che porterà solo nuovi danni e nuovi lutti. Questa volta, inoltre, la guerra si intreccia sempre di più con misure autoritarie e liberticide che colpiscono al cuore le democrazie europee. La guerra è alimentata da uno spirito securitario e xenofobo che colpisce i migranti assieme ad ogni forma di dissenso e conflittualità sociale.
Per queste ragioni il 16 gennaio ci sembra la data giusta per ricominciare a manifestare, affermando:
SE 25 ANNI DI GUERRA VI SEMBRAN POCHI ... BASTA GUERRA!
Ci troviamo alle ore 13 davanti alla Stazione dei treni di Brescia per prendere il regionale delle 13.25 per Milano che ferma a Rovato alle ore 13.34, qui saliranno i compagni della Franciacorta. A Milano Centrale con la metropolitana M 3 fermata Montenapoleone e qualche minuto a piedi arriveremo a Piazza San Babila da dove parte il corteo alle ore 15.
Vi aspettiamo senza se e senza ma!
Qui sotto il comunicato di adesione della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista (http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=20898)
giovedì 7 gennaio 2016
Solidarietà al Zanzanù di Desenzano
COMUNICATO STAMPA
Il
centro sociale Zanzanù non va sgomberato!
Con
l'avvicinarsi della fine del periodo festivo si fa sempre più
concreta l'ipotesi di uno sgombero coatto del centro sociale Zanzanù
di Desenzano.
Se
ciò avvenisse sarebbe l'ennesimo sfregio ad una democrazia sempre
più relegata ad esercizio verbale spesso strumentale e a pratica
marginale, agita ormai quasi solo fuori dagli ambiti istituzionali
ormai attivi solo in riti di autoconservazione-autocelebrazione,
distanti dalla realtà socio culturale che vorrebbero rappresentare.
Il
diritto all'autorganizzazione con la possibilità di sperimentare
forme di aggregazione, di pratiche sociali e culturali altre rispetto
all'offerta stereotipata agita dalle "società dei mercanti".
A
nostro avviso è legittima la ricerca di forme di socialità aperta,
che rompano il muro individualista con forme di confronto e agire
collettivo, che puntino a ricreare un senso di comunità del quale da
troppo tempo si sente la mancanza nei nostri territori; è legittimo
riproporre ai giovani e a tutti i cittadini una pratica originale,
agita con modalità più vicine al loro sentire e al loro modo di
essere di partecipazione attiva alla quotidianità dei loro luoghi di
vita.
Ed
è questo è ciò che propone a nostro giudizio l'esperienza del
Zanzanù, questo è ciò che dovrebbe fare una politica al servizio
dei cittadini.
Può
darsi che non manchino limiti ed errori nel cammino di
quest'esperienza.
Tuttavia
noi crediamo che il diritto a sbagliare faccia parte del percorso
pedagogico utile a favorire il processo di crescita e maturazione di
una comunità.
Per
tanto invitiamo i soloni della legalità ad intermittenza a guardare
con più attenzione all'interno delle loro forme organizzate.
Scopriranno
facilmente che ciò che invocano impropriamente per il centro sociale
di Desenzano è stato ampiamente disatteso in tutte le loro sedi.
Sentenze
per corruzione, abuso d'ufficio e irregolarità varie abbondano nei
curriculum degli appartenenti ( attuali o ex) delle forze politiche
che oggi chiedono a gran voce lo sgombero.
Per
quel che ci riguarda sosteniamo e continueremo a sostenere
quest'esperienza che a nostro giudizio deve poter continuare.
Al
comune di Desenzano chiediamo di affrontare razionalmente la
questione evitando di regalare al paese l'ennesimo stabile vuoto ed
inutilizzato, accettando un confronto pubblico che punti ad una
soluzione dei problemi eventualmente emersi nel rispetto delle
esigenze degli occupanti.
Ne
va della credibilità dell'amministrazione
Fiorenzo
Bertocchi
lunedì 4 gennaio 2016
Due iniziative del Comitato acqua bresciano in gennaio
Come diventa sempre più senso comune nella sinistra di alternativa - che però sembra incapace di trarne le dovute conseguenza - la privatizzazione dei servizi è una pura truffa per estrarre plusvalore da ogni e qualsiasi attività umana. Plusvalore che finisce in mano all'un per cento della popolazione mondiale che ha dichiarato la guerra totale di classe contro il restante novantanove per cento.
La prima iniziativa è la seguente:
Giampiero Carotti,
Brescia sceglie la privatizzazione:
La prima iniziativa è la seguente:
Martedì 12 gennaio ore 20.30 SalonePiamarta Via S. Faustino 70, Brescia
Giampiero Carotti,
Comitato Acqua Pubblica
Cremona
Mariano Mazzacani,
Comitato Acqua Pubblica
Brescia
La seconda è questa:
Brescia sceglie la privatizzazione:
calpestato il voto referendario dei cittadini bresciani
GIOVEDÌ 21 GENNAIO 2016, ORE 20.30
Oratorio di S. Maria in Silva
Via Sardegna 24 - Brescia
Interverranno:
RICCARDO PETRELLA
Presidente IERPE - Istituto europeo di ricerca sulla politica dell’acqua, Bruxelles
REMO VALSECCHI
Forum nazionale dei movimenti per l'acqua pubblica, Comitato Acqua bene comune, Lecco
Acqua: tra gestioni pubbliche europee e privatizzazioni locali
Comitato No guerra No NATO - manifestazione 16 gennaio
Riportiamo il comunicato di NO GUERRA - NO NATO a sostegno della manifestazione del 16 gennaio contro la guerra
— Venticinque anni fa, nelle prime ore del 17 gennaio 1991, iniziava nel Golfo Persico l’operazione «Tempesta del deserto», la guerra contro l’Iraq che apriva la fase storica che stiamo vivendo.
Questa guerra, preparata e provocata da Washington, veniva lanciata nel momento in cui, dopo il crollo del Muro di Berlino, stavano per dissolversi il Patto di Varsavia e la stessa Unione Sovietica. Approfittando della crisi del campo avversario, gli Stati Uniti rafforzavano con la guerra la loro presenza militare e influenza politica nell’area strategica del Golfo.
La coalizione occidentale, formata da Washington, inviava nel Golfo una forza di 750 mila uomini, di cui il 70 % statunitensi, agli ordini di un generale Usa. Per 43 giorni, l’aviazione statunitense e alleata effettuava, con 2800 aerei, oltre 110 mila sortite, sganciando 250 mila bombe, tra cui quelle a grappolo che rilasciavano oltre 10 milioni di submunizioni. Partecipavano ai bombardamenti, insieme a quelle statunitensi, forze aeree e navali britanniche, francesi, italiane, greche, spagnole, portoghesi, belghe, olandesi, danesi, norvegesi e canadesi. Il 23 febbraio le truppe della coalizione, lanciavano l’offensiva terrestre. Essa terminava il 28 febbraio con un «cessate-il-fuoco temporaneo» proclamato dal presidente Bush.
La guerra del Golfo fu la prima guerra a cui partecipava, sotto comando Usa, la Repubblica italiana, violando l’articolo 11, uno dei principi fondamentali della propria Costituzione. I caccia Tornado dell’aeronautica italiana effettuarono 226 sortite, bombardando gli obiettivi indicati dal comando statunitense.
Nessuno sa con esattezza quanti furono i morti iracheni nella guerra del 1991: sicuramente centinaia di migliaia, per circa la metà civili. Alla guerra seguiva l’embargo, che provocava nella popolazione più vittime della guerra: oltre un milione, tra cui circa la metà bambini.
Nessuno sa con esattezza quanti furono i morti iracheni nella guerra del 1991: sicuramente centinaia di migliaia, per circa la metà civili. Alla guerra seguiva l’embargo, che provocava nella popolazione più vittime della guerra: oltre un milione, tra cui circa la metà bambini.
Subito dopo la guerra del Golfo, gli Stati Uniti lanciavano ad avversari e alleati un inequivocabile messaggio: «Gli Stati Uniti rimangono il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione – politica, economica e militare – realmente globali. Non esiste alcun sostituto alla leadership americana» (Strategia della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, agosto 1991).
La Nato, pur non partecipando ufficialmente, in quanto tale, alla quella guerra, mise a disposizione le sue forze e le sue strutture. Pochi mesi dopo, nel novembre 1991, il Consiglio Atlantico varava, sulla base della guerra del Golfo, il «nuovo concetto strategico dell'Alleanza». Nello stesso anno in Italia veniva varato il «nuovo modello di difesa» che, stravolgendo nuovamente la Costituzione, indicava quale missione delle forze armate «la tutela degli interessi nazionali ovunque sia necessario».
Nasceva così la strategia che ha guidato le successive guerre sotto comando Usa – contro la Jugoslavia nel 1999, l’Afghanistan nel 2001, l’Iraq nel 2003, la Libia nel 2011, la Siria dal 2013 – accompagnate nello stesso quadro strategico dalle guerre di Israele contro il Libano e Gaza, della Turchia contro i curdi del Pkk, dell’Arabia Saudita contro lo Yemen, dalla formazione dell’Isis e altri gruppi terroristi funzionali alla strategia Usa/Nato, dall’uso di forze neonaziste per il colpo di stato in Ucraina funzionale alla nuova guerra fredda e al rilancio della corsa agli armamenti nucleari.
Su tale sfondo il Comitato No Guerra No Nato ricorda la guerra del Golfo di 25 anni fa, nel massimo spirito unitario e allo stesso tempo nella massima chiarezza sul significato di tale ricorrenza, chiamando a intensificare la campagna per l’uscita dell’Italia dalla Nato, per una Italia sovrana e neutrale, per la formazione del più ampio fronte interno e internazionale contro il sistema di guerra, per la piena sovranità e indipendenza dei popoli.
Noi non mettiamo tutti sullo stesso piano. Questa guerra viene dall’Occidente. Il terrorismo viene dall’Occidente. La crisi mondiale viene dall’Occidente.
Tutti coloro che hanno firmato l’appello di questo comitato, e che ne condividono l’analisi e gli scopi, sono invitati a partecipare alla manifestazione romana del 16, e alle manifestazioni che verranno realizzate nei centri minori di ogni parte d’Italia, con queste precise posizioni. Noi chiediamo a tutti i cittadini italiani di unirsi a noi nella richiesta di un’Italia neutrale.
Tutti coloro che hanno firmato l’appello di questo comitato, e che ne condividono l’analisi e gli scopi, sono invitati a partecipare alla manifestazione romana del 16, e alle manifestazioni che verranno realizzate nei centri minori di ogni parte d’Italia, con queste precise posizioni. Noi chiediamo a tutti i cittadini italiani di unirsi a noi nella richiesta di un’Italia neutrale.
Comitato No Guerra No Nato
domenica 3 gennaio 2016
Iniziativa contro la guerra e contro l'austerità - Centro Sociale 28 maggio venerdì 8 gennaio
Il filosofo Kant, parlando molto all'ingrosso, pensava che il nostro bisogno di credere che l'erba abbia lo scopo di nutrire gli animali erbivori ci serva solo per mettere ordine fra le cose, senza che questa idea abbia un valore reale.
Tanto meno si può pretendere che sia vero che Bush junior abbia fatto minare le torri gemelle per dichiarare la sua guerra infinita al mondo.
E ancor meno si può pretendere che sia vero che il caccia russo abbattuto dai turchi fosse in realtà una provocazione gestita direttamente dai servizi segreti americani presenti in Turchia in quanto paese della NATO.
Però, quando si sente l'ineffabile Luttwack, rappresentante ufficioso di un tendenza radicata in gruppi che contano in America e nel mondo, rivendicare come "un buon affare" la creazione di Al Queda in Afganistan da parte americana, perché qui starebbe il segreto della caduta dell'URSS, dando quindi per scontato che Al Queda sia stata generata, o per lo meno cogenerata, dal capace ventre americano;
e quando, nel corso della stessa trasmissione, emette il vaticinio, quasi una fatwa, che l'interesse dell'Occidente è quello di generare una nuova guerra generale tra sciiti e sunniti, e poi si assiste alla esecuzione della condanna a morte di un Imam sciita, annunciata in modo spettacolare dal governo dell'Arabia Saudita, alleato di ferro degli Stati Uniti, ebbene, bisogna fare un grande sforzo per respingere la sensazione di trovarsi di fronte a eventi finalizzati.
Meglio abbandonare queste fantasie e stare ai fatti.
Per negare che sia in corso uno scontro mondiale che si avvicina sempre più ad una resa dei conti bisogna proprio essere preda di una negazione patologica del principio di realtà. Anche se, ai primordi di questo scontro esplicito, nel 2003, nel mondo intero si mosse un imponente movimento per la pace, mentre ora che la guerra si avvicina sempre più, tutti sembrano preda di un sonno indotto.
Per scuoterci da questo sonno si sta organizzando una manifestazione nazionale il 16 gennaio prossimo, con due cortei, uno a Roma ed uno a Milano.
In preparazione di questo appuntamento
Venerdi 8 gennaio alle ore 21
presso il Centro Sociale 28 maggio
Rovato via Europa 54
iniziativa contro la GUERRA e L’AUSTERITA’.
Interverranno:
GIORGIO CREMASCHI,
DAFNE ANASTASI
DINO GRECO
A tutte le organizzazioni che rifiutano la guerra, gli interventi militari del governo italiano, Il mercato delle armi.
Carissime carissimi,
Il 16 gennaio 2016 saranno esattamente 25 anni dai primi bombardamenti USA nella prima guerra d’Iraq, con i quali si è dato avvio a quella terza guerra mondiale a pezzi di cui ha parlato Papa Francesco. Questa guerra giustificata per ripristinare il diritto e combattere il terrorismo si è invece alimentata di se stessa trascinando tutto il mondo in un piano inclinato che non pare avere fine. La guerra non è la risposta al terrorismo, ma lo alimenta, come gli sporchi affari, i conflitti di potenza, la vendita delle armi che fanno crescere i conflitti su se stessi.
Dopo 25 anni di disastri della guerra sarebbe ragionevole dire basta, invece dopo le stragi terroriste di Parigi tutta l’Europa è in preda ad una furia bellicista che porterà solo nuovi danni e nuovi lutti.
Questa volta, inoltre, la guerra si intreccia sempre di più con misure autoritarie e liberticide che colpiscono al cuore le democrazie europee, prima fra tutte la decisione del governo francese di decretare lo stato d’emergenza e di pretendere la revisione autoritaria della Costituzione, misure che rischiano di fare ai popoli europei danni come il terrorismo. La guerra è alimentata da uno spirito securitario e xenofobo che colpisce i migranti assieme ad ogni forma di dissenso e conflittualità sociale.
Per queste ragioni nella prima assemblea comune delle persone e delle organizzazioni che hanno sottoscritto la PIATTAFORMA SOCIALE EUROSTOP abbiamo deciso di mobilitarci contro la guerra, chiunque la faccia e quale che sia la motivazione nel farla. Il 16 gennaio ci sembra la data giusta per ricominciare a manifestare, affermando: SE 25 ANNI DI GUERRA VI SEMBRAN POCHI….BASTA GUERRA.
Vorremmo fare del 16 gennaio un appuntamento comune di mobilitazione di tutte le forze autenticamente e rigorosamente contro la guerra. Anche se su altri temi ci possono essere e ci sono valutazioni e proposte diverse, pensiamo che chi è davvero contro la guerra dovrebbe manifestare comunque assieme.
Per questo proponiamo che il 16 gennaio sia una giornata di mobilitazione di tutti coloro che, lo ripetiamo, rifiutano comunque la guerra ed il coinvolgimento dell’Italia in essa. Questa mobilitazione può avvenire in iniziative comuni, che noi proponiamo in particolare a Roma e Milano, ma anche con iniziative differenziate e solidali tra loro , l’importante è far sentire forte la voce di chi, dopo 25 anni, dice basta.
Sulle modalità di organizzazione della mobilitazione in modo che tutto il pluralismo della mobilitazione sia rappresentato, siamo interessati a confrontarci quanto prima, non abbiamo alcun interesse a definire supremazie su un tema così importante. Naturalmente la data non è modificabile, non per nostra scelta, ma per il significato storico e politico del 16 gennaio 1991.
In attesa di sentirci e misurarci sull’organizzazione pratica della proposta vi inviamo un caloroso saluto.
IL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLA PIATTAFORMA SOCIALE EUROSTOP
Primi firmatari
Nicoletta Dosio,
Alberto Perino, Bianca Riva, Silvano Giai, Pierluigi Richetto, Mauro
Rubella, Ezio Bertok, Maria Chiara Giorno, Pietro Claudio Giorno,
Marisa Ghiano, Paolo Miletto, Luigi Robaldo, Isabella Marangon,
Giorgio Cremaschi, Fabrizio Tomaselli, Sergio Bonetto, Italo Di
Sabato, Marco Ferrando, Franco Grisolia, Valerio Evangelisti, Antonio
Distasi, Loretta Mussi, Fulvio Perini, Danilo Ruggieri, Manuela
Palermi, Ernesto Screpanti, Nella Ginatempo, Ezio Gallori, Fabio
Frati , Stefano Zai, Gianpietro Simonetto, Beppe Corioni, Emiddia
Papi , Mauro Casadio, Aldo Romaro, Paola Palmieri, Francesco Olivo,
Michele Franco, Sergio Cararo, Luigi Marinelli, Franco Russo, Ugo
Boghetta, Sandro Targetti, Fausto Sorini, Bruno Steri, Leonardo
Mazzei, Francesco Piccioni, Marco Santopadre, Pasquale Vecchiarelli,
Selena Difrancescantonio, Giovanni Bacciardi, Vasapollo Luciano,
Valter Lorenzi, Antonio Allegra, Dino Greco, Moreno Pasquinelli,
Guido Lutrario, Roberto Sassi, Luca Cangemi, Loretta Napoleoni,
Gualtiero Alunni, Anastasi Dafne, Nico Vox, Carlo Formenti, Dario
Filippini, Antonella Stirati, Maria Pia Zanni, Lorenzo Giustolisi,
Sabino Derazza, Enzo Miccoli, Mauro Gemma, Mauro Puliani, Giordano
Sivini, Bruno Leopoldo, Simone Grecu, Alessandra Perrotta, Alfredo
Ciano, Michele De Luisi, Alessandra Ciattini, Porta Giovanni,
Loredana Signorile, Mara Manzari, Angela Donati, Roberto Vallocchia,
Francesco Valerio Della Croce, Stojan Spetic, Giorgio Langella,
Antonio Bertuccelli, Mauro Tedesco, Oreste Della Posta, Federico Fornasari, Isabella Ceruti, Chiara Ferronato, Andrea marmocchia, El
Mouttaqi Fatima, Pina Todisco, Vada Paola, Cafagna Elena, Fabio
Bencivenni, Nieddu Franceschino, Francesca Fabbri, Riccardo Rinaldi,
Lorenzo Piccinini, Alberto Pacelli, Marcello Lenzi, Paolo Paolacci,
Prime organizzazioni
firmatarie
Movimento NO TAV,
Piattaforma Sociale Eurostop, Unione sindacale di Base, Centro
Sociale 28 Maggio Brescia, Mira Mondo, Ross@, CSO Ricomincio dal Faro
Roma , Campagna Noi Restiamo, Fronte Popolare, Noi Saremo Tutto, City
Strike Genova NST, Collettivo Putilov Firenze, Collettivo Economia La
Sapienza, CSOA Spartaco Roma, CSOA Corto Circuito Roma, Rete No War,
Economia per i Cittadini, Contropiano, Partito Comunista d’Italia -
Fed Roma, Frosinone, Veneto, Coordinamento Sinistra contro l’Euro,
Movimento popolare di liberazione, Rete dei Comunisti, Associazione
per la ricostruzione del Partito Comunista, Partito Comunista dei
Lavoratori, Comitato Difesa Sociale Cesena, Partito Umanista,
Comitato NO GUERRA NO NATO, Rifondazione comunista Molfetta,
Movimento Essere Sinistra, Coord. Naz. per la Jugoslavia, Piattaforma
Comunista, Collettivo Comunista (marxista-leninista) di Nuoro,
Collettivo Comunista Veneto Orientale, Cobas ASL RM/D Roma,
a cura di webmaster
Diritto alla salute e sanità integrativa
La federazione provinciale di Rifondazione Comunista di Brescia ha già organizzato tre incontri su questo tema, in particolare connessione con la "riforma" di Maroni della sanità lombarda, approvata dal Consiglio Regionale nella notte tra il 5 e il 6 agosto della estate scorsa.
Tale riforma si inserisce perfettamente nell'offensiva "liberista" (libere volpi in libero pollaio), che dai massimi sistemi, capitalismo - socialismo - comunismo, con l'eliminazione del secondo e del terzo termine, deborda in tutti i campi, dalla guerra mondiale a pezzetti al nostro diritto alla sanità. Comunichiamo pertanto questa iniziativa di Medicina democratica alla quale invitiamo a partecipare; anche se nella stessa giornata, sempre a Milano, è prevista una iniziativa contro la guerra e contro la NATO.
INVITO ALL'INCONTRO ORGANIZZATO DA MEDICINA DEMOCRATICA ONLUS A MILANO IL 16 GENNAIO 2016 - PARTECIPAZIONE GRATUITA.
http://www.medicinademocratica.org/wp/?p=3029
MILANO SABATO 16 GENNAIO 2016 – CONVEGNO PUBBLICO-TAVOLA ROTONDA: DIRITTO ALLA SALUTE E SANITA’ INTEGRATIVA
Siamo convinti che in questi ultimi anni si stia mettendo progressivamente in crisi il diritto alla salute. Negli ultimi mesi abbiamo visto prendere misure di tagli (con o senza spending review) al finanziamento del servizio sanitario nazionale e altre misure volte al controllo delle prescrizioni mediche. Non solo ma vengono stabilite limitazioni al diritto di ricevere prestazioni e servizi per le categorie più deboli (anziani cronici, disabili gravi, malati mentali, tossicodipendenti).
Mentre il Servizio Sanitario Nazionale si ritira, vengono proposte polizze assicurative, servizi privati sanitari low cost, più in generale si sta spingendo i cittadini verso la sanità integrativa, anche tramite accordi sindacali. Tutto ciò tradisce lo spirito e la lettera della Costituzione e ribalta i principi della legge istitutiva del Servizi Sanitario Nazionale del 1978.
Vogliamo discutere per capire, ma anche per opporci, quindi per affermare la necessità di mantenere e sostenere un servizio sanitario pubblico efficace, basato sulla prevenzione, con le fondamentali caratteristiche, dell’universalità, la gratuità e la partecipazione.
L’appuntamento è per il
16 gennaio alle ore 9,30 (fino alle 14)
presso la Casa delle Associazioni del Comune di Milano
via Marsala 8 (MM linea 2 Moscova)
Interverranno:
prof. Giorgio Cosmacini – docente di storia della medicina e della Sanità dell’Università Vita e Pensiero:
“la nascita della sanità pubblica e la sua evoluzione ai giorni nostri”
prof. Piergiorgio Duca – docente di biometria e statistica medica Università di Milano:
l’Università serve per la formazione di operatori sanitari e sociali preparati per affermare il diritto alla salute?”
Dott. Alberto Donzelli (esperto di sanità pubblica):
“dal mito della prestazione sanitaria alla sanità integrativa”
Aldo Gazzetti (esperto di sanità pubblica):
“..la sanità integrativa minaccia la copertura sanitaria di tipo universale (esempio spagna da universale ad assicurativa obbligatoria —–> modello francese e tedesco)? forme di copertura sostitutiva. Verranno invitati i sindacati per conoscere le ragioni delle richieste di sanità integrativa nei contratti di lavoro.
Iscriviti a:
Post (Atom)