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mercoledì 9 settembre 2015

Scandalo a San Colombano: la questura difende i fascisti

Come nel 1919, come nel 1970 lo stato protegge i fascisti violenti e ferma gli antifascisti che manifestano pacificamente.
Questo è accaduto e sta accadendo a San Colombano, frazione del comune di Collio, ultimo nucleo abitato della Valle Trompia ai piedi del Maniva.
Tutto è iniziato con l'invio nella piccola frazione di 19 migranti da parte della Prefettura, in un albergo chiuso dal 2012 e riaperto per l'occasione a seguito della assegnazione ai titolari del servizio di distribuzione territoriale della ondata di migranti e richiedenti asilo provenienti dall'Africa e dall'Oriente, quasi sempre a seguito di guerre e crisi scatenate dall'intervento armato occidentale e dalla evoluzione politico-economica che a seguito di questo intervento si è scatenata.
A questo punto le bande di Forza Nuova e di Casapound si sono scatenate, installandosi nel paese con l'appoggio di un paio di militanti locali e trovando seguito tra una decina di abitanti locali più o meno giovani.
A questo punto si è assistito all'incredibile: il governo, cioè lo Stato, invia in paese i rifugiati, e la sua forza armata interna, la polizia, invece di assicurare la pacifica esecuzione della decisione governativa, tollera che il paese sia "preso prigioniero" della ciurma nazi-fascista giunta a rinforzo dalla provincia ed oltre. Ai migranti, dicono testimoni locali, è impedito persino di aprire le finestre. Non parliamo di uscire in paese. Le azioni violente sono culminate a più riprese in un assedio ai profughi condita con grida tipo "Vi bruceremo l'albergo". Il tutto con l'appoggio politico esplicito, oltre che della sindaca di Collio, a sua volta albergatrice (ah, le malelingue...), di due tra i sindaci più fanatici e chiacchierati della fauna fascio-leghista bresciana, il sindaco di Trenzano e quello di Adro (il "famoso" sindaco della Scuola Media ricoperta con i simboli della Lega, e per questo pluricondannato con sanzioni soprattutto amministrative), che sono corsi a dar man forte alla eroica collega.
Sabato 5 settembre un ampio ventaglio di forze politiche e sociali ha indetto una manifestazione di solidarietà da tenersi nella piazza di San Colombano, ma meraviglia delle meraviglie, si scopriva che per il vice questore vicario Emanuele Ricifari la "piazza" di San Colombano è perfettamente agibile per i fascisti che si oppongono ad una decisione dello Stato; ma è rigorosamente preclusa a chi manifesta affinché la decisione dello Stato trovi una equa attuazione.
Per una volta gli "antagonisti", volenti o nolenti si trovano dalla parte dello Stato?! Niente paura: il Nostro Ricifari, ansioso forse di ripetere le gesta che lo avevano visto protagonista sotto la gru, dove per le cariche insensate gli era stato affibbiato il titolo di Vice Questore Vicari[c]o, rimette le cose a posto: agli antifascisti la "piazza" occupata dai fascisti deve restare preclusa.
Ecco alcuni stralci della prosa del "Nostro", tratte dalla risposta che la questura giovedì 3 settembre fornisce alla "comunicazione" di legge fatta dagli antifascisti la sera di martedì 1 settembre:
Preso atto della comunicazione del 2 settembre 2015 ... [di] ... un “presidio di
solidarietà ai profughi e contro xenofobia e razzismo” per sabato 5
settembre 2015, dalle ore 14.30 alle ore 18.30, in Piazzetta Santa
Barbara di Colombano, nel Comune di Collio;
Premesso che in quella stessa piazza si sono svolte varie iniziative estemporanee per protestare contro la presenza di richiedenti asilo politico alloggiati nel Comune di Collio;
 [Nota bene: le azioni di minaccia e di violenza fascista sono depotenziate a "iniziative estemporanee". Sembra quasi che, se si tratta di fascisti, il fare manifestazioni violente non comunicate alla questura costituisca un lasciapassare: sono estemporanee, che cosa c'entro io, sembra dire l'estensore]
Ma il bello deve viene ora. Innanzitutto la questura, bontà sua, ribadisce che:
è necessario garantire il regolare svolgimento del presidio di Rifondazione Comunista e delle sigle che Vi hanno successivamente aderito [Nota: la questura scambia il fatto che conosce il fax che ha spedito la comunicazione come fax di Rifondazione con la falsa identificazione di Rifondazione come solitaria organizzatrice della manifestazione: Rifondazione è sola una delle realtà che hanno partecipato al processo organizzativo fin dall'inizio]
Ma come garantire questo diritto? Semplice: cancellandolo. Infatti continua il vice questore vicari[]o:
individuando una zona idonea alla predisposizione di un adeguato dispositivo di Ordine Pubblico
E dove trovare una zona idonea? Ecco il colpo di genio della questura:
che il presidio di Rifondazione Comunista e delle sigle che hanno aderito all'iniziativa successivamente all'arrivo del preavviso si svolga in forma statica dalle  ore 15.00 alle ore 17.00, di sabato 5 settembre 2015, a Gardone Val Trompia, nel piazzale ubicato in Via Artigiani, nei pressi della sede della Comunità Montana Val Trompia
Cioè la questura decide il dove, il come e il quando, a più di venti chilometri in linea d'aria da dove i fascisti stanno compiendo i loro misfatti completamente indisturbati, e in un contesto che ben poco ha a che fare con la materia della manifestazione. Ma come mai diventa necessaria questa prescrizione, secondo l'illuminato parere del rappresentante dello Stato? Eccolo il perché:
il permanente stato di agitazione registrato nella frazione di San Colombano del Comune di Collio (BS) con il rischio di contrapposizione e ripercussioni negative su cittadini e/o turisti non interessati alla Vicenda
 Qui la prosa dell'estensore raggiunge il grottesco, quasi il comico, se non fosse tragico il pensiero che sembra sotteso a questa sua affermazione: la manifestazione di protesta contro i violenti non si può fare dove i fascisti stanno compiendo le loro prevaricazioni, perché essi continuano con il loro "permanente stato di agitazione", che, evidentemente, non sta disturbando nessuno. L'enormità di questo passaggio lascia davvero sbalorditi: a parte il convincimento che "cittadini e/o turisti" non sono turbati dalle violenze che il vice-questore chiama "permanente stato di agitazione" emergente dal documento della questura, è esplicito che i gestori dell'albergo non rientrano tra i "cittadini" che soffrono "ripercussioni negative". Tanto meno ci si può preoccupare, sempre secondo il documento ufficiale questorile, delle "ripercussioni negative" che soffrono da settimane i profughi; i quali, lo ripetiamo, sono giunti a San Colombano per decisione del Prefetto che, fatte salve le questioni tecniche, del questore è un superiore diretto.
È proprio il caso di chiedersi che cosa stia succedendo!
Nelle immagini e nel filmato che segue alcune immagini significative che illustrano in modo plastico, anche se tecnicamente non ineccepibile, la situazione a San Colombano

fascisti a san colombano




Per finire ancora due informazioni: di fronte alle prescrizioni della questura gli organizzatori si sono riuniti urgentemente giovedì sera 3 settembre nella sede di Rifondazione Comunista, dove si è deciso di rinunciare alla manifestazione diretta nella piazza di San Colombano, di fissare il ritrovo nel luogo indicato dalla questura; ma poi di procedere allo spostamento del presidio al confine di San Colombano, nell'area perfettamente idonea al margine inferiore del paese che si vede nelle foto e nel filmato, ed avanzando la richiesta minima alla questura di permettere una delegazione che si recasse in paese a dare ai migranti, più che i generi di prima necessità, che pure erano previsti, il conforto morale di non vedersi soli nelle mani dei facinorosi. Anche di fronte a questa richiesta la questura ribadiva le sue prescrizioni. A questo punto non restava che la disobbedienza civile, per cui i manifestanti hanno realizzato il programma stabilito: concentramento a Gardone, presidio a San Colombano, richiesta di aprire ad una delegazione che si recasse all'interno del paese per portare la solidarietà ai migranti. Nonostante gli inevitabili screzi, compreso un manifestante che veniva fermato per una sua reazione alla provocazione di un fascista che passava in macchina (il presidio non era un blocco stradale!), e poi presto rilasciato, stava andando in porto la richiesta di consentire ad una limitata delegazione di sole donne di recarsi in paese. Guarda caso, proprio allora il gruppo di fascisti appostati in alto decidevano di scendere a cercare lo scontro, provocando le cariche della polizia. Naturalmente questo è bastato per far tramontare l'idea della delegazione; poi è intervenuta la pioggia, per cui si è deciso di scendere a Gardone, dove davanti alla sede della Comunità Montana si è tenuta una assemblea all'aperto che, constatata l'incredibile situazione di un pezzo di territorio nazionale tenuto ostaggio da una una specie di ISIS nostrana, veniva deciso-comunicato che la mobilitazione non si ferma: oggi mercoledì 9 settembre nella Sala Civica di Ponte Zanano (Sarezzo) si tiene l'assemblea prosecuzione diretta della mobilitazione; mentre domani sera nella sede della Comunità Montana si terrà una riunione promossa dall'ANPI VALTROMPIA, che cercherà di coinvolgere nella rimozione di questa assurda e preuccupante situazione anche tutte le forze istituzionali disponibili.

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