Si aveva il legittimo sospetto che "il potere" non avesse ben digerito
l'insorgenza bresciana della gru attuata dai migranti con il sostegno del movimento
nel lontano 2010.
Ora sembra che i dati definitivi mostrino un vero e proprio intento punitivo o
addirittura persecutorio nei confronti della realtà bresciana dell'immigrazione.
Almeno cosÌ appare nella analisi di "cross-point", una delle realtà che seguono
molto da vicino le problematiche della immigrazione a Brescia.
Ora sembra che i dati definitivi mostrino un vero e proprio intento punitivo o
addirittura persecutorio nei confronti dei migranti "bresciani".
SANATORIA MIGRANTI 2012: LA VENDETTA È SERVITA
Brescia non è terra dei diritti dei/delle
migranti. I dati forniti ieri dalla Prefettura di Brescia a
conclusione della sanatoria del 2012 sono a dir poco impressionanti.
Sono state respinte il '70% delle richieste di fronte a un 20% a
livello nazionale. Prefettura, Questura e Direzione territoriale del
lavoro di Brescia evidentemente preferiscono che i/le migranti non
escano dall'inferno della clandestinità, del lavoro nero, dello
sfruttamento indiscriminato.
I/le migranti, secondo loro, devono condurre una
vita sempre più precaria in balia del loro razzismo istituzionale.
In questi due anni abbiamo assistito ad ogni tipo di discriminazione:
dall'uso vessatorio della burocrazia, alla negazione di diritti
elementari all'informazione, ad interpretazioni restrittive e
penalizzanti delle norme e delle leggi sull'immigrazione, al
disprezzo delle condizioni di vita di migliaia di migranti. Non è
stato un caso. Si è perseguito con pervicacia, in cui si è distinta
la Prefettura, l'obiettivo di dare un segnale preciso: a Brescia i/le
migranti non devono rivendicare diritti come era successo durante la
lotta della gru.
I dati sono lÌ a dimostrarlo: Brescia ha
conquistato il primo posto della discriminazione, sociale, politica,
razziale, a livello nazionale, nei confronti dei/delle migranti. Ciò
dovrebbe far riflettere tutti/e, dalle organizzazioni politiche e
sociali, alle associazioni fino alle istituzioni pubbliche sulla
recrudescenza di un razzismo istituzionale che ha superato ogni
limite.
Per noi la partita non è chiusa. Continueremo a
lottare, a rivendicare i diritti e la dignità dei/delle migranti in
quanto unico modo per contrastare una deriva istituzionale che ha il
carattere di una vendetta politica.
ASSOCIAZIONE CROSS POINT
17 gennaio 2015