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sabato 13 settembre 2014

Renzi non ha abolito le province. Le ha solo sottratte al voto popolare. Il 12 ottobre 2014 va in onda il primo atto


L’austerità è incompatibile con la democrazia

Il 28 maggio dell'anno scorso la banca americana Jp Morgan, una delle maggiori realtà finanziarie mondiali, invece di guardare ai propri misfatti, che hanno spinto perfino il governo americano a denunciarla come responsabile della crisi, ha sentenziato in un suo documento sulla situazione economica dell'Europa:
Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea
se non fosse del tutto chiaro, Jp Morgan aggiungeva:
i sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo***
Sarà un caso se da allora abbiamo assistito alla spettacolare ascesa del nostro ultimo attore del teatro dei burattini (burattinaio o, più modestamente, burattino?) che, con passo travolgente, ha raggiunto i vertici della repubblica, e, insieme al suo complice, il pregiudicato Berlusconi, sta spingendo al massimo per stravolgerne i connotati in senso autoritario?
Del resto, pur senza essere un capitano coraggioso del mondo imprenditoriale, anche Matteo promette bene, anche se per il momento solo nel campo della giustizia amministrativa della Corte dei Conti: nel 2011 è stato condannato dalla sezione della Toscana della Corte dei Conti, ed il 24 settembre di quest'anno 2014 dovrà tornare davanti alla stessa corte per un'altra marachella (leggi nomine arbitrarie di dirigenti pubblici costate cifre di non poco conto: alla faccia dei costi della politica!).
Ma, anche lasciando perdere questo mini-conflitto di interessi anche economici del nostro presidente del consiglio, quello che il suo governo sta portando avanti è un vero e proprio attacco alle fondamenta democratiche della Costituzione italiana. In attesa del maxi-porcellum della legge elettorale e della truffa dell'abolizione del Senato, il progetto complessivo del governo Renzi si sostanzia esattamente nelle parole della Jp-Morgan di un anno fa: ridurre al massimo possibile il tasso di democrazia, possibilmente abolendo del tutto il voto popolare.
E, se non si riesce a far questo, costringere politicamente gli italiani a disertare le urne, rendendo inutile il voto con gli strumenti tecnici della legge elettorale che escluda dalla rappresentanza la quota massima possibile di elettori, innanzitutto mettendo soglie di sbarramento assurde.
Per il momento il governo ha cancellato “solo” l'articolo 48 della Costituzione:
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età”.
E per il momento lo ha fatto “solo” per le province:
Sono convocati per la giornata di domenica 12 ottobre 2014 i Comizi Elettorali per L'Elezione del Presidente della Provincia di Brescia e dei 16 componenti del Consiglio Provinciale. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8,00 alle ore 20,00 nel Seggio costituito presso l’immobile di proprietà provinciale, l'Auditorium “Balestrieri”, sito in Brescia, via Balestrieri n. 6” Così recita il decreto delpresidente della provincia di Brescia Daniele Molgora del 2 settembre 2014.
Non lo sapevi? E cosa pretendi, tu, semplice cittadino: sei forse un presidente della provincia in carica? Sei forse un consigliere provinciale in carica? Sei forse un sindaco? Sei almeno un semplice consigliere di un comune? Neanche di un comune piccolo piccolo? Allora che vuoi. Non puoi votare, perché, al contrario di quel che dice l'articolo 48 della Costituzione, i semplici cittadini non possono votare. Possono farlo solo i cittadini “titolati”.
E chi lo ha detto? È stata la cosiddetta “legge Delrio”, in vigore
dall'otto aprile del 2014. Un orrido mostro politico-giuridico-espositivo, ma un inizio degno del “rottamatore” Matteo Renzi, a sua volta degno erede democristiano del democristianissimo “picconatore” Francesco Cossiga.