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lunedì 24 marzo 2014

Lo stipendio dei managers - l'ultima trovata del "giovane che corre"

Renzi, nella sua corsa a costruirsi un sostegno popolare-populista indipendente, esplicitato nello slogan "mi interessano le famiglie", è partito all'attacco di un altro punto dolente della sensibilità popolare italiana: lo stipendio dei manager pubblici. Mauro Moretti, onnipotente "padrone" delle ferrovie, ha prontamente replicato che i manager, e lui per primo, sarebbero pronti ad andarsene, se gli toccano lo stipendio. La cosa più strana è il sostegno che Renzi continua a raccogliere da parte di tutti i mass-media e, sostanzialmente, da tutte le parti politiche. Clamoroso lo smodato appoggio alla cacciata di Moretti da parte di uno dei maggiori capitalisti italiani, Diego Della Valle. Sarà un comunista Della Valle, o le proposte shock di Renzi sono perfettamente funzionali ad un "razionalizzazione" del sistema capitalista, cioè ad un rafforzamento della capacità del sistema di garantire un profitto adeguato ai padroni? E tutto il "battage" (leggi "casino") che Renzi mette in piedi, non serve per caso ad occultare la vera posta in palio, cioè la "riforma" elettorale e costituzionale, volta a preparare una vera e propria obsolescenza della demaocrazia, a vantaggio, appunto, dei padroni?
Ben diverse la motivazioni ed il fondamento dell'invito ad andarsene che a Moretti rivolgono le vittime del rogo ferroviario di Viareggio del 29 giugno , nel comunicato che qui riproduciamo:

L’Amministratore delegato delle ferrovie, cav. Mauro Moretti, ha dichiarato che se viene ‘ritoccato’ il suo stipendio (873.000 €, quello che percepisce solo dalle ferrovie), se ne va. Si è, come suo solito, messo alla testa di quei manager pagati centinaia e centinaia di migliaia di € con la ‘singolarità’ che, quando si trovano di fronte a “spiacevoli episodi” (definita così, dal Moretti, la strage ferroviaria di Viareggio) non hanno più alcuna responsabilità.
Il coraggio non è proprio il loro forte … senza dimenticare la loro incoscienza, amoralità e disumanità.
In queste ore, molti sono rimasti sbigottiti e increduli dalla ‘rivendicazione’ di Moretti, ma nessuno ha ricordato che Moretti, tanto coccolato dai poteri forti, è rinviato a giudizio per la strage del 29 giugno ‘09.
A 24 ore dall’immane tragedia, quando ancora il fuoco “bruciava” la vita di 32 persone, si permise di affermare che nessuna responsabilità era di ferrovie, che non c'entravano niente con un treno esploso in casa loro, sulle loro infrastrutture, sui loro binari!
Alle 13.15 del 30 giugno ‘09, di fronte all’assile marcio, disse ad un suo collaboratore: “D’ora in avanti, dobbiamo controllare tutto quanto viene dall’estero”. Come dire, fino ad oggi ce ne siamo fregati.
Insolita ed arrogante fu la sua “sicurezza” (non certo quella ferroviaria) nell’anticipare gli esiti di un’inchiesta che va avanti da anni e che lo vede tra i massimi imputati con accuse pesantissime. Tra l’altro, con l’inizio del processo (13 novembre 2013), i capi d’accusa nei suoi confronti sono stati appesantiti.
Il suo avvocato, sig. D’Apote, viene a dire che il suo cliente non si occupa di treni e binari?! E di cosa si occupa allora, di biciclette o di balocchi? Inoltre, in aula questo stesso avvocato ha tuonato che: - non chiederà il rito abbreviato, - vuole il processo subito (per poi far di tutto per rallentare l’iter), - lo vuole vincere a Lucca.
Con le pesanti accuse a Moretti, questa eccessiva e tracotante ‘sicurezza’ fa pensare male e a pensar male troppo spesso ci si azzecca. Che il cav. Moretti riceva protezione sconfinata è assodato. Nominato cavaliere e rinominato Ad delle ferrovie ad un anno dalla strage, ancora rinominato Ad il 9 agosto 2013 (20 giorni dopo il rinvio a giudizio). Senza dimenticare le esternazioni provocatorie, offensive e ricattatorie, nei confronti delle Vittime, dei familiari e di ferrovieri.
E dulcis in fundo, il governo precedente ha rinunciato a costituirsi parte civile nel processo. Più subalterni di così!? Questi atti inauditi rappresentano un’assoluzione per Moretti, ancor prima della sentenza del Tribunale!
Un amministratore delegato rinviato a giudizio per la morte di 32 vite umane non può e non deve rimanere al suo posto, è un’offesa per tutti. Moretti deve essere immediatamente dimesso per la politica di abbandono sulla sicurezza, per le 32 Vittime di Viareggio, per i 43 lavoratori morti sui binari in questi anni, per la devastazione del trasporto pubblico e pendolare.
Questo Moretti, dovunque vada è: inutile, costoso e dannoso.
Auspichiamo coraggio e responsabilità da parte di chi può e deve rimuoverlo dal suo incarico.
Non è mai troppo tardi … ma adesso la misura della nostra pazienza è colma.
la presidente dell’Associazione dei familiari
delle Vittime di Viareggio
Daniela Rombi