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domenica 31 ottobre 2010

Rolfi isolato è il tuo neurone - Brescia, gli immigrati sulla gru


"Rolfi, siamo migliaia, non siamo isolati. Isolato è il tuo unico neurone".
Così diceva uno dei bellissimi cartelli, fortunosamente ricavati dai più diversi materiali, che gli immigrati alzavano durante la manifestazione di sabato 30 ottobre. Rolfi, una delle tante facce da pierino non proprio sveglio che imperversano di questi giorni, specie dalle parti della girandola verde, per chi non lo sapesse è il vice-sindaco di Brescia. Sindaco di fatto, dicono, visto che il comunione-liberazione-compagnia-opere Paroli, sindaco di nome, è latitante vuoi per i suoi impegni di parlamentare, vuoi per quelli professionali. E proprio Rolfi è l'animatore di una incessante campagna razzista e xenofoba che soffia sul capoluogo bresciano, dopo essere stata incubata da lustri nel contado.
L'ultima missione, alla quale si è dedicato, è stata quella di stroncare la protesta dei migranti vittima della legge truffa e generatrice di truffe sul permesso di soggiorno a colf e badanti. Una sanatoria selettiva in senso classista a favore di quella parte di italiani che possono avere prestazioni di tipo servile in casa (come durante il fascismo: allora l'unico settore economico che ebbe un incremento numerico di addetti, addirittura un raddoppio, fu quello dei domestici); razzista e vessatoria verso gli immigrati, che rimangono comunque in condizioni di totale dipendenza e ricattabilità; contraddittoria nella sua formulazione ed applicazione.
Da settimane, riferiscono le cronache, Rolfi ha giurato che avrebbe sgomberato il presidio dei migranti stanziato nei giardinetti di fronte all'ufficio unico per l'immigrazione della prefettura, in via Lupi di Toscana, lungo il ring cittadino che corre lungo il tracciato delle mura venete - le mura che fino all'unità d'Italia hanno racchiuso la città di Brescia. In sostanza il presidio si trovava ai bordi del centro storico, in un posto in fin dei conti poco visibile, se non dagli automobilisti frettolosi che gli passavano fugacemente davanti nel percorrere il contro-ring di uscita dalla città.
Dopo vari rinvii lo sgombero era fissato perentoriamente: questo sarebbe stata la sua ultima settimana di vita: i proprietari delle due baracche, che la CGIL e le varie realtà, compresa Rifondazione Comunista, avevano affittato come rifugio per coloro che portavano avanti il presidio, erano già venuti a ritirarle da giorni, avendo avuto notizia certa che sarebbero state sequestrate, se fossero state trovate sul posto al momento dello sgombero.

Come risposta a questa escalation della giunta i migranti avevano da tempo indetto una manifestazione per il 30 ottobre. Quando è stata fatta la comunicazione di rito alla questura, si è venuti a sapere che per lo stesso giorno, la stessa ora, nella stessa piazza, era stata indetta in precedenza un'altra manifestazione, dagli alpini. I migranti esprimevano immediatamente la disponibilità a cambiare il percorso previsto, in modo da non interferire con la manifestazione degli alpini. Ben più difficile cambiare gli orari, con ventimila volantini già distribuiti. Addirittura impensabile farla slittare, visto che la manifestazione sarebbe stata anche un tentativo di scongiurare lo sgombero del presidio. Invece arrivava puntuale il provvedimento della questura che vietava la manifestazione. La via della trattativa trovava la strada inesorabilmente sbarrata, presumibilmente per il diktat negativo di Rolfi, spalleggiato apertamente negli ultimi tempi anche dal sindaco Paroli. Veniva deciso di procedere ugualmente alla manifestazione, anche senza autorizzazione.
Nelle foto qui sotto si può vedere lo schieramento di polizia che chiudeva i manifestanti sui vari fronti della piazza. Dopo che una funzionaria con fascia tricolore intimava inutilmente lo scioglimento, lo schieramento dei carabinieri verso la via san Faustino veniva spostato verso la fine di detta via, consentendo alla manifestazione di avvicinarsi alla piazza di Porta Trento, dove nel frattempo un "commando" pacifico di immigrati era riuscito a salira sulla enorme gru posizionata sul posto del cantiere della metropolitana di Brescia.

In vista della gru il corteo veniva bloccata dai carabinieri. Seguiva una fase di fronteggiamento, seguito da una violenta carica di breve durata. Durante questa carica vari manifestanti, soprattutto italiani o comunque regolari che facevano da interposizione, venivano travolti e violentemente colpiti. Tra essi tre compagni ed una compagna di Rifondazione. Approfittando del parapiglia la polizia catturava un compagno di Sinistra Critica, particolarmente attivo nelle varie lotte della sinistra.
Seguiva di nuovo una fase di stallo e di fronteggiamento, documentata in alcune delle foto. Nel frattempo molti dei manifestanti, attraverso un vicolo laterale, sfuggivano all'accerchiamento e raggiungevano la piazza di Porta Trento, sotto la gru occupata, e davano vita ad blocco del ring, riempiendo tutto l'incrocio di Porta Trento. Cominciava nell'area del cantiere, sotto la gru, una trattativa tra le forze che avevano promosso od avevano aderito alla manifestazione, e la controparte, tra cui il vicequestore vicario Ricifari.
Veniva raggiunto un accordo che prevedeva il rilascio immediato del compagno Sauro, l'ostaggio catturato in precedenza dalla polizia; la permanenza sulla gru dei nove giovani immigrati, ai quali veniva garantita la fornitura di cibo e di coperte; la concessione da parte della parrocchia di San Faustino di locali adeguati per la prosecuzione del presidio da parte di qualche decina di attivisti del movimento per il permesso di soggiorno. Per il resto, rispetto alle richieste del movimento - sanatoria con permesso di soggiorno per tutti, come dicevano lo striscione sulla gru e le bandane gialle portate in testa dagli immigrati come obbiettivo massimo, e risposte chiare, precise e motivate del ministero degli interni sui punti controversi e contraddittori della legge come obbietivo minimo - tutto è rinviato alla ripresa feriale.

In consuntivo c'è da notare l'apertura umana di settori della chiesa, e la secca sconfitta, al momento, delle pretese di Rolfi: il suo assalto al presidio di via Lupi di Toscana, con distruzione (per la seconda volta) della misere attrezzatura messe in campo dagli immigrati sembra proprio una vittoria di Pirro, meglio di pirla, visto che invece di un presidio seminascosta in periferia se ne trova due in pieno centro: uno sulla gru ed uno in via San Faustino.
Con in soprammercato la faccenda della legge-truffa sulla sanatoria colf e badanti che assume un rilievo nazionale...




Qui sotto il filmato realizzato da Paolo Clemenza per conto di Prc Brescia, mentre qui o cliccando sulla animazione gif che rappresenta il sogno-incubo dell'iponeuronico potete vedere il filmato di Ctvtelestreetbrescia


venerdì 29 ottobre 2010

Manifestazione per una soluzione equa della sanatoria colf e badanti

Riproduciamo qui il testo del comunicato stampa della Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista sulla questione della sanatoria colf e badanti messa in atto dal governo Berlusconi.

Comunicato stampa

La Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria attiva solidarietà alle persone in lotta da più di un mese per uscire dalla condizione di lavoratori occultati e di persone senza diritti alla quale sono costretti.
Denuncia il carattere in origine classista e discriminatorio che la legge sulla emersione dalla clandestinità per colf e badanti possiede nei confronti degli stessi italiani, essendo evidentemente diretta a garantire servizi alle famiglie che ne hanno la possibilità economica, in assenza dei servizi sociali pubblici che dovrebbero rispondere ai bisogni della generalità della popolazione.
Rimarca gli aspetti confusi ed arbitrari della legge e delle sue interpretazioni, che hanno comportato un danno economico rilevante a coloro che hanno fatto domanda di usufruirne, essendo richiesto il versamento anticipato di grosse somme, che per molti hanno raggiunto l'ammontare di qualche migliaia di euro, semplicemente seguendo le procedure consigliate; soldi che per gli interessati saranno comunque perduti, qualunque sia l'esito delle domande inoltrate; aspetti che forse potrebbero interessare il codice penale, se a compiere queste attività fossero dei privati.
Stigmatizza come assurda la circolare del ministero dell'interno che esclude dalla possibilità di usufruire della legge coloro che sono stati condannati come clandestini, in base ai provvedimenti di carattere strumentale e vessatorio introdotti nel 2004, che hanno trasformato la clandestinità in reato. Infatti in generale è assurdo che una legge fatta esplicitamente per i clandestini non valga per i clandestini. In particolare è assurdo trasformare una legge in un gioco d'azzardo, perché, dal momento che sempre di clandestini si tratta, solo i fortunati che non sono mai stati individuati prima possono usufruirne, mentre questa possibilità è proibita a chi ha avuto la sfortuna di incappare in qualche controllo.
La federazione invita perciò i propri iscritti e simpatizzanti a partecipare alla manifestazione che si terrà sabato 30 ottobre a sostegno delle legittime richieste delle persone migranti.

Federazione di Brescia del Partito della Rifondazione Comunista

giovedì 28 ottobre 2010

Alla Mandolossa (Brescia) Forza Nuova serve l'antipasto. Ma anche la rete antifascista c'è.

Ieri sera 27 novembre alla Mandolossa Forza Nuova ha fornito l'antipasto di quanto intende fare il 13 novembre con la manifestazione regionale (o nazionale?) indetta nei paraggi della sua sede bresciana in Viale Piave. Ma anche la rete antifascista è presente, e Forza Nuova non deve illudersi che il 13 la presenza dei compagni non sia all'altezza della situazione, tanto più che, per caso o volutamente, il 13 novembre è anche la ricorrenza della strage fascista perpetrata a Brescia contro i martiri partigiani di piazza Rovetta.
Certo che tutto sembra congiurare per la creazione di un clima sempre più teso a Brescia, dove si moltiplicano i motivi di attrito, con una politica repressiva sempre più spinta da parte della Lega Nord, ben fiancheggiata dal Pdl, che, quando si tratta di repressione antipopolare non è secondo a nessuno.
Preoccupa soprattutto il comportamento delle istituzioni, soprattutto quelle dipendenti direttamente dal ministro Maroni. Del tutto latitanti nel caso dell'attacco all'unità nazionale, prima ancora che all'imparzialità partitica che deve caratterizzare la scuola, nel caso dei simboli dello stato della padania-banania posti sulla scuola di Adro, si mostra ben presente nel vietare la manifestazione di sabato 30 ottobre indetta dai migranti vittima della sanatoria-truffa, carica del peccato originale della discriminazione razzista e di classe fin dalla sua nascita, che lo stato ha elargito in favore non certo di colf e badanti, quanto dei loro padroni, i quali rimangono i veri despoti di questa forza-lavoro ridotta strutturalmente in una condizione di semi-schiavitù.
Certo che, se il comportamento delle "forze dell'ordine", al comando ieri sera del vice-questore Ricifari, è un anticipo anch'esso del 13 novembre, c'è poco da stare allegri. Infatti la polizia, massicciamente presente, non solo ha garantito ai fascisti di tenere la loro "fiaccolata", non solo ha protetto la loro invasione della carreggiata stradale, interrompendo preventivamente il traffico sul segmento di via Vallecamonica interessato a questa performance fascista; ma con una manovra militare degna di miglior causa ha preventivamente chiuso i militanti della rete antifascista presenti nella morsa di due schieramenti di poliziotti, uno a schermo tra antifascisti e fascisti, l'altro alle spalle degli antifascisti. Bloccati in questo modo sui due lati, la polizia ha prima proceduto intimidatoriamente alla identificazione dei militanti della rete; e poi ha garantito, come si diceva, la perfomance dei fascisti di Forza Nuova, performance che è passata anche sulle reti televisive locali.
Qui sotto due foto che mostrano la situazione di accerchiamento dei militanti della rete attuato dalla polizia. Nella prima si può vedere lo schieramento di poliziotti che proteggono l'esibizione di Forza Nuova, con vista in direzione della città, nella seconda lo schieramento di polizia che chiude nella morsa gli attivisti della rete, con vista verso la frazione della Mandolossa.

mercoledì 27 ottobre 2010

Brescia NO stadio SI parco delle cave

La giunta comunale di Brescia (pdl - lega) ha deciso di costruire un nuovo stadio mettendo in "pensione" il glorioso Rigamonti di Mompiano. Il progetto prevede che il nuovo stadio dovrà sorgere a San Polo, quartiere che si trova nella periferia sud di Brescia, più precisamente nella zona dove da anni è stato richiesto dagli abitanti la realizzazione del parco delle cave, una vasta zona di verde e laghetti. L'area, con il progetto del nuovo stadio, verrebbe invece selvaggiamente cementificata, non solo dall'area sportiva, ma da una zona residenziale e da una nuova strada. Inoltre togliendo lo stadio Rigamonti, nella zona di Mompiano si verrebbero a creare nuovi grandi affari edilizi molto appetibili ai soliti speculatori.
Contro i progetti della giunta libero-leghista il 9 ottobre si è tenuta una manifestazione che il comitato spontaneo contro le nocività e il Codisa hanno organizzato per far fronte all'ennesimo ostacolo alla realizzazione del parco delle cave.
Nel filmato qui sotto, realizzato dai compagni della Federazione del Prc di Brescia, alcuni momenti del corteo, che si è snodato da San Polo a Buffolara, per finire al laghetto gestito dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva, in via Serenissima, pregevole esempio di recupero di una cava mediante la sua valorizzazione ambientale e sociale.

lunedì 25 ottobre 2010

Mobilitazione antifascista a Brescia



Il 13 novembre 2010 l'organizzazione neofascista Forza Nuova ha indetto una manifestazione nazionale a Brescia.

Invitiamo tutte le realtà antifasciste alla mobilitazione
sabato 13 novembre a Brescia
PRESIDIO DALLE ORE 14:00
Piazzale di Viale Piave,46 (nei pressi di "Brescia Soccorso")
SEGUIRA' MANIFESTAZIONE IN QUARTIERE

Per saperne di più clicca sull'immagine e scarica il volantino.

domenica 24 ottobre 2010

Mercoledì 27 ottobre i lavoratori della Burgo di Toscolano manifestano a Brescia




Qui trovate l'intervista ai lavoratori della cartiera Burgo di Toscolano realizzata dalla commissione lavoro del Prc di Brescia.
Qui trovate invece il comunicato stampa congiunto del responsabile politiche del nord Matteo Gaddi e del segretario provinciale di Rifondazione Fiorenzo Bertocchi sulla crisi del gruppo Burgo di Toscolano Maderno.

sabato 23 ottobre 2010

Dal presidio degli immigrati per il permesso di soggiorno - Brescia - Via Lupi di Toscana



Da circa un mese a Brescia un gruppo di immigrati di diverse nazionalità, che non sono riusciti ad entrare nella sanatoria del 2009, perchè la condizione di clandestinità è diventato per legge un reato, chiedono di avere un permesso di soggiorno di almeno sei mesi per avere la possibilità di regolarizzare la loro posizione, considerando che sono immigrati che vivono e lavorano in Italia da diversi anni. La federazione PRC di Brescia, che è sempre stata al fianco delle lotte degli immigrati, ha realizzato questa intervista per difendere i diritti di tutti, anche di fronte alle manovre ed alle pressioni messe in campo soprattutto dal vice sindaco leghista Rolfi per rimuovere il presidio con la forza.

giovedì 21 ottobre 2010

Brescia Ideal Standard - Continua la lotta per il posto di lavoro



Matteo Gaddi
Non c'è ancora una soluzione con­creta per il destino dei dipendenti del­lo stabilimento bresciano di Ideal Standard. Nonostante l'accordo per una loro parziale ricollocazione nel­l'ambito del progetto della piattafor­ma logistica a Brescia, a distanza di quasi un anno mancano ancora i pro­getti, il contratto con le Ferrovie, nonché la definizione di scadenze concrete e la messa a disposizione delle risorse necessarie. Per questo i lavoratori sono tornati a presidiare lo stabilimento produttivo di via Milano, quello oggetto di di­smissione da parte di Ideal Standard che immagina, una volta smantellata la parte produttiva, di realizzare un intervento di trasformazione urbani­stica molto remunerativo. Accanto alla sede di Ideal Standard esiste un'altra fabbrica, cha ha chiu­so i battenti nel 2009 liberando co­sì ulteriori spazi a possibili costru­zioni commerciali o residenziali. Insomma, l'area sta diventando sempre più appetibile sul piano ur-banistico-edilizio. «Abbiamo oc­cupato l'attuale sede produttiva perché sappia­mo che su que­sta si concentra­no le attenzioni di Ideal Stan­dard e fino a quando non ci
saranno impegni concreti e precisi non ce ne andremo», spiegano i lavo­ratori tornati ad occupare dopo la pri­ma iniziativa del luglio-novembre 2009. Infatti, il 17 novembre 2009 al ministero dello Sviluppo economico venne sottoscritto un accordo che prefigurava una soluzione per i lavo­ratori bresciani.
Un breve richiamo della vicenda: do­po le prime preoccupanti avvisaglie del 2007 e 2008, nel luglio 2009 Ideal Standard comunica di voler ricorrere alla cassa integrazione straordinaria per crisi, a decorrere dall'1 settembre 2009 e per 12 mesi. I numeri erano pesantissimi: i lavoratori complessi­vamente coinvolti erano 1.740 dei quali 116 a Brescia. Ma la vera mazzata era l'intenzione della società di arrivare alla chiusu­ra degli stabilimenti di Brescia e Cozzano per cessazione di attività al termine della cassa integrazione straordinaria.
Il Piano industriale di Ideal Standard avrebbe segnato la cancellazione del sito produttivo di Brescia e dei corri­spondenti posti di lavoro. A questo si sono opposti i lavoratori chiedendo il mantenimento di lavorazioni in Ita­lia, la reinternalizzazione e il coinvol­gimento di Brescia nel piano indu­striale. Dopo la lotta dei lavoratori, come detto, si arriva all'accordo del novembre 2009 che segna qualche ri­sultato positivo: innanzitutto la ridu­zione degli esuberi da 650 a 410 con la possibilità di ulteriori riduzioni at­traverso accordi locali.
In particolare per Brescia si prevedeva una riduzione degli esuberi attra­verso l'utilizzo di 64 figure presso il centro logistico di Bassano. Nel ver­bale del 17 novembre 2009 si da atto che «nell'ambito del progetto logisti­co che interessa i lavoratori di Brescia le società (...) si impegnano a realiz­zare congiuntamente alle ammini­strazioni locali un polo logistico nel Comune di Brescia nell'area intermo-dale denominata "la Piccola" con l'eventuale intervento di un partner leader nel settore della logistica». Vie­ne anche richiamato l'accordo di pro­gramma stipulato col Governo ed il conseguente impegno di istituire un tavolo con Regione Lombardia, Pro­vincia e Comune di Brescia, Trenita-1-convocazione-al-ministerolia per la definizione e l'attuazione del progetto di piattaforma logistica. Gli esuberi dello stabilimento di Bre­scia di via Milano vengono gestiti at­traverso la Cigs e i contratti di solida­rietà per i dipendenti che verranno ri­collocati nella piattaforma logistica. Sembra fatta, si tratterebbe solo di dar corso a quanto concordato, ma le cose non procedono affatto. Pres­so la Provincia di Brescia, si tiene una riunione il 14 settembre scorso nel corso della quale si spreca­no le rassicura­zioni, a giudizio dei lavoratori sono ancora troppi gli ele­menti che man­cano. Il Gover­no, rappresenta­to dall'on. Saglia, conferma l'impe­gno ipotizzato in circa il 20% del­l'intervento per la realizzazione del sito da destinare alla piattaforma lo­gistica Ideal Standard e/o per la rea­lizzazione delle opere infrastnittura­li ad esse connesse. Fs Logistica puntualizza di aver atti­vato da tempo una collaborazione fattiva con il Comune di Brescia fi­nalizzata alla progettazione dei ca­pannoni industriali, tale da permet­tere la presentazione entro settembre 2010 del piano esecutivo ed ottene­re le autorizzazioni edilizie entro fi­ne/inizio anno.
Ma le organizzazioni sindacali fanno osservare che è quasi passato un anno dall'accordo che prevede la realizza­zione della Piattaforma logistica Ideal Standard senza avere ad oggi il pia­no attuativo, chiedendo di conoscere quali siano gli impedimenti. In parti­colare per le organizzazioni sindacali la necessità è quella di rispettare la tempistica legata alle scadenze degli ammortizzatori sociali. Alla richiesta dei sindacati di poter avere copia del contratto tra Ideal Standard e Fs Lo­gistica viene opposto un diniego in quanto «i termini economici sono dati sensibili e pertanto si potranno avere delle indicazioni di massima». Il prossimo incontro verrà fissato per la fine di gennaio 2011 al fine di valutare lo stato di attuazione del programma, nel frattempo prose­gue la loro lotta con la richiesta di «fare conoscere come stanno le co­se, i rischi che corriamo. Dateci il massimo di visibilità».

Da "Liberazione" del 21/10/2010

Per vedere tutta la documentazione batti qui o sull'immagine del titolo in cima.
Qui invece puoi vedere il filmato prodotto dagli operai stessi sui motivi della riapertura della vertenza, e quello realizzato dalla commissione lavoro di Rifondazione Comunista.

lunedì 18 ottobre 2010

Blitz del Comitato contro gli sfratti al "Pirellino"

Brescia. Dopo mesi di assillante contrasto ai drammatici sfratti di famiglie rimaste senza mezzi di sussistenza a causa della crisi, il comitato contro gli sfratti ha compiuto un blitz spettacolare occupando pacificamente la sede distaccata della regione, a Brescia, nella torre ironicamente chiamata dai bresciani "Pirellino".
Mentre una decina tra sfrattati ed attivisti salivano fin sul tetto, decine di sfrattati con le loro famiglie piene di bambini occupavano pacificamente l'atrio della sede del distaccamento regionale.
Solo l'arrivo dell'assessore regionale alla casa Domenico Zambetti induceva le persone asserragliate sul tetto a presentarsi al confronto, tenende le posizioni in modo da poter essere pronte a risalire, se si fosse trattato di un imbroglio.
L'assessore ha preso con gli occupanti, ed ha ribadito davanti alla stampa, impegni precisi per far fronte alla emergenza sfratti, della quale ha riconosciuto la gravità e l'intollerabilità.
In particolare l'assessore si è impegnato perchè la Lombardia si faccia capofila di una perentoria richiesta al governo per una moratoria degli sfratti, trattandosi di una competenza che a suo avviso non rientra nei poteri delegati alle regioni; mentre da parte della Regione ha assunto l'impegno per la creazione di un fondo congruo da destinare esclusivamente al sostegno delle situazioni più difficili.

Qui sotto il "pirellino" ed alcuni momenti della azione del "Comitato sfratti".

DA ROMA FOTO E FILMATI REALIZZATI DAI COMPAGNI DELLA FEDERAZIONE DI BRESCIA

Roma 16 ottobbre 2010 forse la più grande manifestazione dei metalmeccanici ma sicuramente una delle più importanti per la difesa del contratto nazionale e per la difesa dei diritti dei lavoratori che ogni giorno sono minacciati da confindustria, .imprenditori e governo che insieme alla CISL e la UIL stanno creando un clima di criminalizzazione e intimidazione mediatico nei confronti della FIOM e della CGIL.Dopo la manifestazione è stato annunciato che ci sarà lo SCIOPERO GENERALE.
Qui sotto le foto ed servizio filmato realizzato dai compagni della federazione di Brescia del Prc.


Le foto di Roberto "nuvolarossa" (vai al blog di Roberto)


Il servizio filmato con le interviste:


RIVOLUZIONE D'OTTOBRE


Il Circolo Dall'Angelo Ghetti anche quest'anno festeggia l'anniversario della Rivoluzione d'ottobre con un pranzo.

Vi aspettiamo domenica 7 novembre 2010 alle ore 12:30 alla Casa del Popolo del Carmine in via Fratelli Bandiera a Brescia.

Il costo è di 20 euro per gli adulti e 10 euro per bambini e ragazzi.

E' necessaria la prenotazione entro venerdì 6 novembre, telefonando ad Achille 3343247499.

Per scoprire il menu, vedi allegato il volantino dell'iniziativa.

mercoledì 13 ottobre 2010

Manifestazione per la cartiera di Toscolano-Maderno

Pubblichiamo l'appello dei lavoratori della cartiera di Toscolano

GIOVEDÌ 14 OTTOBRE 2010
alle ore 20.00
dalla PIAZZA di MADERNO
PARTIRÀ UNA MANIFESTAZIONE
CONTRO IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE
DELLA CARTIERA
la fiaccolata si snoderà fra i centri storici
di Maderno e Toscolano
per concludersi davanti alla Cartiera
CHIEDIAMO A TUTTI DI PARTECIPARE
A SOSTEGNO E SALVAGUARDIA :
> DEI POSTI DI LAVORO
> DELL A FABBRICA
>DEL TESSUTO SOCIALE ED ECONOMICO DELL 'ALTO GARDA BRESCIANO
> DELL A NOSTRA STORIA
le RSU della Cartiera di Toscolano e SLC/CGIL FISTel/CISL UILCOM/UIL

Dal primo gennaio 2011 più di 100 lavoratori su 300, della cartiera di Toscolano, in provincia di Brescia, rischiano di perdere il posto di lavoro, perchè la proprietà ha deciso di eliminare la produzione della carta naturale. Il rischio è che questo sia solo l'inizio ed i lavoratori temono la chiusura totale dell'azienda.
La commissione lavoro della federazione di Rifondazione Comunista di Brescia ha intervistato i lavoratori in lotta.


Autore Paolo Clemenza

Lancini ormai senza oscar mena colpi di testa all'impazzata - ma se la rompe da solo

Alla fine perfino l'anguillesco Colosio, Direttore Generale dell'Uficio scolastica per la Lombardia (tra parentesi, franciacortino come il Lancinante) l'ha detta abbastanza chiara. Parafrasando il suo intervento in Rai, ha detto: abbiamo cercato di far ragionare il sindaco, ma vista la sua sordità siamo dovuti intervenire.
Sì, perché non è vero, come sostiene sulla stampa la Narcisa prefetta di Brescia, che lo stato non ha mezzi per frenare le vittime di colpi di testa come quelli del Lancinante. Infatti la pur sciagurata riforma della Costituzione del 2001, da ascrivere a eterno ludibrio del duo Fassino-Amato, ed ancor più sciaguratamente approvata dal popolo italiano con 10.433.574 voti, nel concedere agli enti locali la più ampia autonomia, si era tuttavia preoccupata di precisare, nella nuova formulazione dell'articolo 114, che "I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione."
Sembrerebbe ovvio che ANCHE i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni devono rispettare la Costituzione, visto che deve farlo anche il Governo, che anzi, è soggetto in ultima istanza al giudizio della Corte Costituzionale, che può cancellare direttamente una legge o parti di essa. Invece così non è. Uno dei tanti paradossi italiani è proprio questo: il Governo ed il Parlamento nazionale, tramite la Corte Costituzionale, sono soggetti ad un controllo di legittimità nel loro operato fondamentale, quello della attività legislativa, mentre gli enti locali, dalla regione in giù, no. Come non compatire il povero Berlusconi, visto che conta meno di un Lancini! Perchè l'assurdo è proprio questo: i legislatori si sono dimenticati di precisare COME impedire agli enti locali di violare la Costituzione!
E tuttavia la prefetta Narcisa pare non essere ben informata quando fa intendere di avere le mani legate, perchè in realtà la stramaledetta riforma costituzionale Fassino-Amato, nella nuova formulazione dell'articolo 120, dice: "Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali."
E nel caso di Adro si direbbe proprio che, se un Sindaco annette ad una stato inesistente , la Padania, un pezzo del territorio nazionale, ed obbliga tutti i cittadini del suo comune, a partire dai bambini, a rendere omaggio ai simboli del suo partito, che coincidono con quelli del suo inesistente stato, siamo di fronte ad una violazione palese "dell'unità giuridica" dello stato, fino a prefigurarne tout court la frammentazione, ed ad una violazione di fondamentali "diritti civili e sociali". Ne consegue che il governo, ed in questo caso il rappresentante dello stato sul territorio, cioè il prefetto DEVE intervenire, anche se i vari governi succedutisi dal 2001 ad oggi sembra che non abbiano dato corso all'ultima parte del benedetto articolo 120, questa: "La legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione".
"Eccoci!" potrebbe forse dire qualcuno, a partire dalla prefetta, ecco qui il vincolo della "leale collaborazione", quello che, a stare ai giornali, legherebbe le mani alla Narcisa, impedendole di intervenire.
Invece è l'esatto contrario: la legge mancante dovrebbe definire i limiti dell'esercizio dei "poteri sostitutivi" da parte del governo. Se manca la legge che definisce questi limiti, ne consegue paradossalmente che il governo può sostituirsi, nei casi previsti ed elencati sopra, SENZA ALCUN OSTACOLO!
Ma la carrellata sulle assurdità all'italiana non sarebbe completa se non segnalassimo un ultimo aspetto: come detto sopra, la famigerata riforma Fassino-Amato è diventata operativa a seguito di referendum con 10.433.574 voti a suo favore e 5.816.527 voti contrari, mentre il referendum sui diritti dei lavoratori del 2003 non è passato, pur avendo ottenuto 10.572.538 voti favorevoli e 1.616.379 voti contrari. Come mai? La risposta è semplice: per confermare la modifica della Costituzione, cosa che riguarda TUTTE le leggi, non occorre il QUORUM, mentre per abrogare la più insignificante delle leggi occorre che voti la metà più uno degli aventi diritto. Andando avanti di questo passo, basterà meno del quorum per eleggere l'intero parlamento!

Spiegato tutto per benino, ecco perchè il Lancinante si romperà la testa. A meno che la Lega realizzi già domani mattina il suo sogno di avere servito il piatto della Padania stato indipendente e sovrano!


Nella foto qui sotto un momento della conferenza stampa di martedì 12 ottobre alle 18 davanti alla scuola di Adro per la presentazione della petizione al Prefetto per la rimozione integrale dei simboli entro il 4 dicembre, già pubblicata su questo blog: mentre il giornalista di Bresciaoggi Giancarlo Chiari intervista uno dei genitori di Adro, in secondo piano i fotografi vanno all'assalto del malcapitato preside preso dentro suo malgrado in questo ingranaggio. Sullo sfondo si vede un altro genitore di Adro con la sua cavalla Stella, con la quale ha tentato di raggiungere Bruxelles per protestare contro il sopruso del sindaco Lancini; e non è detto che non si rimetta in viaggio!


Chi vuol sottoscrivere la petizione ed è utente di Facebook, può andare qui, dove più di duemila cittadini hanno già sottoscritto, più di mille non garantiscono la propria presenza il 4 dicembre e più di ventimila sono in attesa di dare risposta.
Chi vuol seguire in diretta l'evolversi della situazione può andare a questo blog http://adrorimuoviamoli.noblogs.org/
Segnaliamo anche l'iniziativa di un internauta, Antonio Crea, che raccoglie sottoscrizioni a sostegno del suo esposto alla Procura di Brescia in ordine ad eventuali reati commessi dai protagonisti attivi e passivi della apposizione dei simboli leghisti sulla scuola di Adro. Potete vedere il tutto andando qui.

Alla cartiera Burgo di Toscolano vogliono licenziare 100 lavoratori su 300

Dal primo gennaio 2011 più di 100 lavoratori su 300, della cartiera di Toscolano, in provincia di Brescia, rischiano di perdere il posto di lavoro, perchè la proprietà ha deciso di eliminare la produzione della carta naturale. Il rischio è che questo sia solo l'inizio ed i lavoratori temono la chiusura totale dell'azienda.
La commissione lavoro della federazione di Rifondazione Comunista di Brescia ha intervistato i lavoratori in lotta.


Autore Paolo Clemenza

sabato 9 ottobre 2010

Adro: cominciata la fuga dei prigionieri politici dalla prigione leghista

Come emerso dalla assemblea tenutasi ieri a Torbiato, frazione di Adro, qualche genitore ha già iscritto i suoi figli a scuole di comuni limitrofi, rifiutando la caserma leghista del signor Lancini, ed altri genitori si appresterebbero a seguirne l'esempio.
L'assemblea si è tenuta nella piccola sala civica della frazione perchè il locale ben più ampio che si trova nel capoluogo è riservato alle iniziative della amministrazione comunale o delle associazioni sponsorizzate dalla stessa. Gli altri, se vogliono averla, devono sborsare 1000 euro - diconsi mille euro.
Dalla assemblea è però uscito anche un documento che pone un termine perentorio alla commedia all'italiana dello scaricabarile su chi, come, quando e a quale costo vanno rimossi i simboli del presunto stato di Banania - si voleva dire Padania - dalla scuola di Adro.

Questo il testo del documento, indirizzato al Prefetto di Brescia, e che sarà ufficialmente inviato anche al Ministro dell'Interno, al Presidente del consiglio dei ministri, alle Segreterie nazionali dei partiti, alla Stampa, ai Sindaci

Illustrissimo signor Prefetto,

Abbiamo assistito con incredulità ed infine con sgomento al crescendo di sfide ai più elementari principi di civiltà raccolti nella legge fondamentale che dovrebbe regolare la nostra società, vale a dire la Costituzione frutto della Resistenza, messo in atto dal sindaco di Adro.

Dobbiamo constatare che, ad oggi, nessuna autorità preposta sembra capace di ristabilire il piano di condivisione dei valori minimi, che permettano a ciascuno di esplicare la propria attività e le proprie convinzioni nel reciproco rispetto.

Ci riferiamo ovviamente alla vicenda dei simboli leghisti che invadono lo spazio visivo di tutti i frequentanti la scuola, ed ogni angolo dello spazio vitale della stessa, costituendo una intollerabile coercizione nei confronti dei bambini che la frequentano, degli operatori che vi lavorano, per i cittadini tutti; in realtà anche di quelli che condividono le idee rappresentate da qual simbolo, se si tien conto dell'elementare adagio “oggi a me domani a te”.

In altre parole, se decade il valore del rispetto dello spazio pubblico come luogo dove tutti i cittadini possono identificarsi, perché garantisce i diritti fondamentali di ciascuno, è chiaro che viene meno il principio del diritto comune e si ritorna alla condizione dell' “homo homini lupus”.

Questa ultima considerazione, espressa in varie forme, è ciò che la massa generale della pubblica opinione ha visto nella decisione del sindaco di Adro di riempire con i simboli del suo partito (partito, cioè, per definizione “una parte” della società) una scuola che dovrebbe essere “di tutti”.

L'obiezione del sindaco, per cui non si tratterebbe di un simbolo di partito, ma di un una antica icona appartenente alla cultura del Nord, ed in particolare di Adro è tanto risibile da non richiedere neppure una parola di confutazione, tanto più che è stata formalmente rigettata anche dal ministro della pubblica istruzione Gelmini, come si dirà in seguito.

Ma c'è un altro aspetto, che a nostro avviso non è stato adeguatamente affrontato nel dibattito di queste settimane, ed è l'aspetto che nella contingenza è il più grave ed il più inquietante. Viene quasi il sospetto che sia tanto grave ed inquietante che si tenta di esorcizzarlo ignorandolo.

Alludiamo al fatto che, non solo si tratta del simbolo di “una parte” (di un partito) della società a detrimento di tutte le altre; ma anche del fatto che si tratta di un partito del tutto particolare.

Infatti nello STATUTO DELLA LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA, approvato nel corso del Congresso Federale Ordinario del 1 – 2 – 3 marzo 2002, visibile ancora oggi sul sito ufficiale della Lega nord come statuto attuale del partito, si legge letteralmente:

Art. 1 - Finalità

Il Movimento politico denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (in seguito indicato come Movimento oppure Lega Nord o Lega Nord - Padania), costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.

Quindi la finalità esplicita di questo partito è quella di sovvertire la Repubblica Italiana e le sue leggi fino all'esito finale della sua estinzione. Infatti la Padania, in questo caso, non sarebbe una parte della eventuale Repubblica Federale Italiana; ma, scomparsa la Repubblica Italiana, ci sarebbe solo la Padania, con all'interno alcune altre “nazioni”, come la Lombardia, il Veneto, il Piemonte, eccetera. Ed in questo caso il simbolo del “fiore delle Alpi” sarebbe puramente e semplicemente la bandiera del nuovo stato, come si può vedere sempre sul sito della Lega nord, all'indirizzo http://www.leganord.org/simboli/bandiere_nazionali.asp, dove si può verificare la cosa:


L'obiezione per cui si tratterebbe SOLO di una “opinione politica” del tutto legittima non vale più dal momento che il signor Lancini nella sua qualità di Sindaco, cioè nella sua qualità di rappresentante di una articolazione della Repubblica Italiana, METTE IN ATTO, cioè fa diventare reale, sia pure in campo limitato, per il momento, l'esistenza di un soggetto statuale che sovverte la Repubblica stessa.

Per questi motivi, preso atto della dichiarazione alla camera fatta il 22 settembre dal ministro della pubblica istruzione Gelmini, diretto responsabile tra l'altro anche del fatto che nella scuola non si vada contro alla legislazione generale della Repubblica, laddove dice che al Sindaco di Adro "è stato chiesto di adoperarsi per la rimozione dal polo scolastico del simbolo noto come «sole delle Alpi»" in quanto "non si può sottacere il fatto che si tratta di "uno dei simboli utilizzati dal movimento politico al quale appartiene la maggioranza dell’Amministrazione comunale"

Preso atto della esternazione del Presidente della Repubblica, direttamente garante della integrità nazionale, laddove dichiara che: ''Nessun simbolo identificabile con una parte politica può sostituire, in sedi pubbliche, quelli della nazione e dello Stato'"

Ritenendo che ogni tentativo di banalizzazione dei fatti di Adro costituisca una colpevole omissione da parte degli organi preposti nell'esercizio delle loro funzioni,

pongono la data del 4 dicembre 2010 come termine della rimozione di tutti i simboli dello Stato “della Padania ... quale Repubblica Federale indipendente e sovranadalla scuola statale di Adro.

Trascorso inutilmente tale termine i soggetti firmatari di questo appello si vedranno costretti ad esercitare una azione di supplenza per porre rimedio alla colpevole latitanza di chi ha il preciso dovere istituzionale di intervenire.

(Seguono le firme di sottoscrizione)

Martedì 12 ottobre alle ore 18.00 nel parcheggio della scuola di Adro è stata fissata la conferenza stampa di lancio della iniziativa, con la presentazione dell'esito della campagna di sottoscrizione di questo appello, e delle iniziative di pressione e di informazione che si programmeranno.

Chiunque, singolo o associazione che vuol sottoscrivere l'appello, può farlo direttamente qui, utilizzando la funzione "comments".

A tal fine si chiede che i firmatari, sia quando firmano a titolo personale, sia quando firmano a nome di un ente di quasiasi tipo, indichino le loro generalità ed almeno la località di residenza, e lascino il loro indirizzo e-mail.

In mancanza di questi requisiti, e comunque in caso di commenti inappropriati, insulti e simili, il commento sarà inesorabilmente cancellato: non si sente alcun bisogno di aumentare la confusione già abbastanza grande sotto il cielo.


domenica 3 ottobre 2010

Un appello in favore dei prigionieri politici del popolo Mapuche - Cile

Pubblichiamo volentieri come chiesto dal compagno Luis Gatti questo appello.
Battendo qui e sulla immagine sottostante potete trovare tutta la documentazione

(modello di lettera da inviare al presidente del Cile in spagnolo. Qui potete trovare la traduzione ed una documentazione essenziale)

Italia, 27 de septembre 2010

Señor Sebastián Piñera Echenique
Presidente de la República de Chile
Palacio de la Moneda Santiago de Chile
Señor Presidente,




Nos permitimos solicitar vuestra atención con respecto a la huelga de hambre de los presos políticos Mapuche que se inició el 12 de julio en las cárceles de Concepción, Temuco, Angol, Valdivia y Lebu. Estamos muy preocupados por las graves consecuencias causadas por esta acción sobre la salud de los presos en huelga. Esta decisión colectiva es la consecuencia de la política represiva y discriminatoria del Estado chileno que se agravó estos diez últimos años, política condenada en diferentes oportunidades por Amnesty Internacional, la Federación Internacional de los Derechos Humanos, Human Rights Watch, la Comisión de los Derechos Humanos de la ONU, la Organización Internacional del Trabajo (OIT).

Señor Presidente, le recordamos las legítimas reivindicaciones que motivan esta huelga de hambre y que nosotros condividimos y apoyamos totalmente:
1. El fin de la utilización de la ley antiterrorista 18.314, promulgada durante la dictadura de Augusto Pinochet, aplicada especialmente contra el pueblo Mapuche incluyendo detención preventiva indefinida, montajes judiciales, utilización de testigos « sin rostro », uso de violencia institucionalizada como la tortura.
2. El fin del doble juicio – civil y militar – impuesto al mismo tiempo a los inculpados mapuche para causas de carácter civil.
3. La revisión de todos los juicios pasados de los miembros de comunidades mapuche condenados por la ley antiterrorista.
4. La desmilitarización del territorio mapuche (VIIIa y IXa regiones) donde viven las comunidades mapuche que exigen la restitución de sus territorios ancestrales y el reconocimiento de sus derechos ambientales, sociales, culturales y políticos.

Solicitamos de manera urgente vuestra intervención para evitar la pérdida de vidas humanas que pondría una página negra en vuestro gobierno frente a la opinión pública internacional. Consideramos de plena justicia que Usted entregue respuestas concretas a las reivindicaciones exigidas por los presos políticos Mapuche en huelga de hambre. Solicitamos a Usted, como jefe de Estado, de utilizar todas vuestras prerrogativas para hacer aplicar los acuerdos internacionales firmados por el Estado chileno : Convenio 169 de la OIT y Declaración de la Asamblea General de las Naciones Unidas sobre los Derechos de los Pueblos Indígenas del 13/09/07.


Quedando a la espera de vuestra respuesta, reciba, Señor Presidente, nuestros sinceros saludos.

Si può inviare l'appello con e-mail da spedire a questi indirizzi di posta elettronica:)
-Sr. Sebastián Piñera Echenique, Presidente de la República, Palacio de la Moneda, Santiago, Chile. Fax:+56269049 58, E-mail: opinión@presidencia.cl; Internet@presidencia.cl; mhansen@presidencia.cl
-Sr. Andres Molina Magofke, Intendente de la IX Región de La Araucanía, Chile Fax: 0056-45-968630 , 0056-45-968218, Fono: 0056-45-968600 , 0056-45-968200 Vicuña Mackenna N° 290 Temuco, Chile – contacto email www.laaraucania.cl
-Sr. Cristián Larroulet Vignau, Ministro Secretaría General de la Presidencia, Palacio de La Moneda, 1160 Entrepiso, Santiago, Chile, Fax: + 562 69 04 329, E-mail: gjoignant@minsegpres.cl ;
-Sr. Felipe Bulnes Serrano, Ministro de Justicia, Morandé 107, Santiago Casilla 21, Santiago, Chile, Fax: + 562 698 70 98, E-mail: minju@reuna. cl ; minju@minjusticia.cl ; rmadrid@minjusticia.cl ;
-Sr. Alfredo Moreno Charme, Ministro de Relaciones Exteriores, Teatinos 180, Santiago, Chile., Santiago, Chile, Email: aguerra@minrel.gov.cl (Directora Dirección de Derechos Humanos);
-Sr. Hugo Gutiérrez Gálvez, Presidente de la Comisión de Derechos Humanos, Nacionalidad y Ciudadanía de la Cámara de Diputados, E-mail: hgutierrez@congreso.cl
-Senador Sr. Andrés Chadwick Piñera, Presidente de la Comisión de Derechos Humanos, Nacionalidad y Ciudadanía del Senado, E-mail: ddhhsen@senado.cl
-Sr. Carlos Portales, Misión Permanente de Chile ante las Naciones Unidas en Ginebra, 58 rue de Moillebeau (4º piso), CH-1209, Ginebra, Fax: + 4122.734.52. 97, Email: misginchile@ minrel.gov.cl
-Sr. Carlos Appelgren, Missione del Cile nella Unione Europea, 106 rue des Aduatiques, 1040 Bruselas, Bélgica, Fax.: +32 (02) 736 49 94,Email: embachile@embachile.be

Nell'immagine qui sotto la sequenza della spogliazione del territorio mapuche dal 1540 ai nostri giorni. Battendo sull'immagine trovate tutta la documentazione per l'appello in pdf.



Qui invece puoi vedere l'indice-navigatore della rubrica internazionale di rifondazionebrescia.

sabato 2 ottobre 2010

Uniamo le lotte - Brescia 7 ottobre

UNIAMO LE LOTTE
PER I BENI COMUNI
TUTTI A ROMA CON LA FIOM
IL 16 OTTOBRE!

ASSEMBLEA PUBBLICA
GIOVEDÌ' 7 OTTOBRE 2010
ore 20:45
presso la sala Piamarta
via S. Faustino
Brescia

Intervengono:
Francesco Bertoli
Segreteria Fiom di Brescia
" II lavoro è un bene comune"
Fabrizio Valli
Comitato bresciano Acqua Pubblica
"Referendum Acqua: un sì per mantenere un diritto"
Edoarda Abbruzzese
Responsabile scuola Prc
"La scuola del Futuro sarà per tutti?
In difesa della scuola pubblica"
Mohammed K. Zaman
Associazione Migranti
"Cittadini a Pieno Titolo"

Qui sotto il volantino da scaricare:




Rifondazione Comunista organizza il viaggio in corriera per andare a Roma il 16
ottobre. Per info: rifondazionebrescia@gmail.com oppure 345/6528718.

venerdì 1 ottobre 2010

Sabato 2 ottobre manifestazione a Brescia per i permessi

Come abbiamo già documentato è in corso a Brescia la protesta dei migranti. Pubblichiamo questo appello ed invitiamo alla partecipazione:

MANIFESTAZIONE PER LA SANATORIA
E PER I DIRITTI DEI MIGRANTI

Martedi' 28 e' cominciata a Brescia la lotta per avere i permessi di soggiorno per tutti i migranti che hanno fatto la sanatoria colf e badanti del 2009. Mercoledi' mattina la polizia ha sgomberato con violenza i migranti davanti all'ufficio della prefettura in via Lupi di Toscana. Bisogna reagire!

Sabato 2 ottobre 2010
grande manifestazione,

partenza alle ore 15.00
in piazza della Loggia a Brescia
per la sanatoria, per i diritti, contro gli sfratti
e contro le leggi razziste.

Associazione Diritti per tutti

Per scaricare il volantino multilingue clicca qui

Aggiornamento: La manifestazione sul classico itinerario del ring con partenza ed arrivo in piazza Loggia ha visto un partecipazione dell'ordine delle migliaia. Qui sotto una breve documentazione fotografica


Adro linea del Piave della democrazia - Walter Peruzzi direttore di "Guerra & pace"

Data l'importanza vitale dell'argomento riprendiamo da Liberazione del 30 settembre 2010 l'articolo scritto da Walter Peruzzi direttore della rivista "Guerra & pace".
Invitiamo tutti coloro che ne vengono a conoscenza a dare la massima diffusione a questo articolo.
leggi tutto





Un partito che rappresenta un'incombente minaccia totalitaria da arginare
La Lega, il nuovo fascismo
che avanza con Berlusconi

Per la salvezza
della democrazia
è indispensabile fare
di Adro la linea
del Piave, e imporre
un alt all'arroganza
di tutti gli esponenti
del Carroccio
WALTER PERUZZI